Il 22 marzo è la giornata mondiale dell’acqua. Una data importante e simbolica che, quest’anno
più che mai, diventa il momento per rivendicare con forza la natura pubblica, libera, democratica,
di questo bene essenziale e vitale.
È sconcertante l’idea di considerare tale risorsa alla stregua di una commodity il cui valore è
dettato dai mercati finanziari.
Una concezione osteggiata da molti, in primis dal professor Pedro Arrojo-Agudo, vincitore nel 2003
del Goldman Environmental Prize (il “Nobel” per l’ambiente) e Relatore speciale delle Nazioni
Unite per il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici.
A dicembre del 2020 il colosso statunitense CME, specializzato nello scambio di future e strumenti
derivati, ha inaugurato il primo mercato dei future sull’acqua di Wall Street (The Nasdaq Veles
California Water Index futures). Da allora su questo bene prezioso incombe non più solo l’ombra
della privatizzazione (solo apparentemente scampata nel nostro Paese grazie a un referendum
oggi ancora in molti casi disatteso), ma anche quella della speculazione finanziaria.
Il principio secondo cui gli utili in tale settore dovevano essere investiti in manutenzione ed
estensione dei servizi è spesso trasgredito e così gli utili in eccesso derivanti dalla fornitura dei
servizi sono quasi interamente distribuiti tra gli azionisti delle società private sotto forma di profitti
e dividendi. L’escamotage è quello del modello multiutility a partecipazione pubblica, definito da
Arrojo-Agudo una “privatizzazione ingegnosa”, in cui viene a mancare del tutto il controllo
democratico, la trasparenza e la partecipazione dei cittadini.
In un Paese dove cresce la povertà energetica e sempre più persone sono costrette a rinunciare a
risorse vitali come l’acqua o la corrente, in un pianeta dove 2,2 miliardi di persone non hanno
ancora un accesso sicuro all’acqua potabile e circa 3 miliardi di persone non dispongono di servizi
di base per il lavaggio delle mani con acqua e sapone in piena pandemia, tali condotte sono
intollerabili.
Contro queste logiche, contro il crescente inquinamento e per far sì che una risorsa importante e
indispensabile come l’acqua sia oggetto di speculazioni e profitti a danno delle persone più
svantaggiate Federconsumatori aderisce all’appello “#water2me” per difendere e diffondere
l’“etica” e i “valori” dell’acqua come bene pubblico e diritto irrinunciabile.