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Contraffazione: aumentano i reati nel settore vitivinicolo.

Necessarie misure adeguate per disincentivare ogni abuso e garantire la qualità dei prodotti.

È di questa mattina la notizia del maxi-sequestro di immobili e disponibilità finanziarie per 740.000 Euro nei confronti di alcuni soggetti indagati nell’ambito di una recente indagine che ha fatto emergere un’articolata contraffazione e adulterazione di prodotti vitivinicoli.

I reati contestati agli indagati sono associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e alla contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. Queste le misure cautelari disposte dal Gip di Pavia a seguito di una lunga indagine iniziata circa due anni fa, che ha portato alla scoperta della commercializzazione, da parte di una cantina pavese, di vini a denominazione di origine controllata e a indicazione geografica protetta che in realtà risultavano contraffatti per quantità, qualità e origine.

Le complesse indagini condotte dalla GdF e dai Carabinieri di Pavia sono riuscite a smascherare le condotte della cantina pavese, perpetrate attraverso il sistematico utilizzo di uve differenti da quelle dichiarate nella documentazione ufficiale, nonché attraverso l’acquisto in nero di ingenti quantità di sostanze vietate dalle norme di settore, quali ad esempio “zucchero invertito ed anidride carbonica”, o sostanze soggette a specifici parametri di utilizzo, come il “mosto concentrato rettificato”.

Una vera e propria truffa organizzata a danno dei consumatori convinti di acquistare prodotti di qualità, certificati e riconosciuti, ma che invece erano blande imitazioni del prodotto originale.

Apprezziamo l’intervento delle Forze dell’ordine e della Magistratura, impegnate nel fare chiarezza su questa complessa vicenda, ma siamo convinti che sia necessario disporre delle sanzioni più severe ed aggiornate per arginare un fenomeno, quello della contraffazione e dell’adulterazione del vino, in forte crescita: ha registrato infatti un aumento del +75% nel 2019.

Un dato che ci deve far aprire gli occhi sull’urgenza e la necessità di adottare misure stringenti affinché la produzione vitivinicola, vero e proprio fiore all’occhiello del made in Italy, sia sostenuta da una adeguata normativa tesa alla massima valorizzazione e tutela dei prodotti di qualità, entro e anche oltre i confini nazionali.

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